Comunicato Stampa
Torino,
23/04/2013
Forse pochi sanno che l’Italia, oltre ad essere spesso percepito all’estero come il Paese della moda, del lusso, del buon cibo e del turismo, è anche noto per essere uno dei campioni della telematica mondiale. Esistono società studiate e imitate in tutto il mondo, come ad esempio la torinese Viasat, nata a metà degli anni Ottanta in seno a Telespazio, una delle prime a utilizzare le tecnologie satellitari per erogare servizi telematici automotive, dopo la liberalizzazione della rete GPS da parte dell’Amministrazione USA guidata da Bill Clinton. Allora come oggi, Viasat è stata e continua ad essere il player numero uno in Italia nel segmento delle tecnologie telematiche rivolte al consumatore finale. Esistono altre società come Cobra, leader nel segmento della telematica automotive rivolta alle case auto, capace di sviluppare sistemi ad hoc per i maggiori e più rinomati costruttori auto mondiali.
Verso la fine del 2012, proprio da queste due società, leader nei propri segmenti, è nata la Telematics Service Providers Association con l’obiettivo di supportare le Istituzioni nell’attuazione del nuovo quadro normativo voluto dal Governo Monti all’inizio del 2012, e che sarà il più moderno al mondo nel suo ambito. Oltre ai già citati soci fondatori, l’associazione raccoglie anche società come Transics, nella figura della controllata italiana di un gruppo paneuropeo a sua volta leader nel segmento della telematica automotive rivolta al trasporto merci, nonché altre eccellenze made in Italy come la torinese Way (dell’imprenditore Massimo Marchetti). Stesso discorso vale per lombarda KFT (dell’imprenditore Giuseppe Meroni), altra eccellenza nostrana che, come poche, ha saputo cogliere le opportunità commerciali offerte dai mercati esteri, creando in Italia occupazione qualificata nei settori della ricerca e sviluppo o della produzione Hi-Tech.
“Negli ultimi tempi, ci spiace aver letto tante cose poco coerenti con la realtà del mercato della telematica automotive”, dice Marco Petrone, presidente della TSP Association, “mentre la neonata associazione interagisce quotidianamente con soggetti nazionali ed esteri che vogliono aderire all’Associazione di categoria per sviluppare il mercato e portare i benefici della telematica ai consumatori, alle assicurazioni, alle case auto e agli autotrasportatori, mentre l’associazione cerca in sintesi di costruire, qualcuno, ma non abbiamo capito chi e perché, cerca di distruggere”.
“Il Governo Monti, con una legge del gennaio 2012” continua Petrone “ha imposto alle compagnie assicurative di proporre ai consumatori (e diciamo proporre) delle polizze auto scontate (e diciamo scontate), in abbinamento a sistemi telematici i cui costi devono restare tutti in capo alle compagnie medesime. Ai Ministeri incaricati dei decreti attuativi è stato chiesto di ascoltare tutti (e ribadiamo tutti), gli operatori del settore che lavorano con le compagnie italiane. Al Garante della Privacy è stato chiesto di emettere un parere per tutelare i diritti dei cittadini, nonché all’IVASS è stato chiesto di emettere un regolamento al proposito. Inoltre, il primo dei decreti attuativi è stato inviato all’apposita Commissione Europea, affinché essa (o i Paesi Membri dell’Unione) potesse, se necessario, sollevare eccezioni. Ma cos’altro doveva fare il passato Governo per tutelare i consumatori e l’imparzialità della riforma?”.
“Tutto ciò è avvenuto con la massima trasparenza, eppure c’è ancora chi insiste nel voler ricorrere per vie giudiziarie oppure scrive che la telematica è un Grande Fratello che ci spia tutti, che la legge è stata fatta ad personam, che le tecnologie individuate non sono le più adeguate, che addirittura bisogna rottamare un intero mercato d’eccellenza perché non tutto risponde al proprio modello. In sintesi, una persistente azione di discredito verso tutto e tutti” conclude Petrone.
“In un Paese come l’Italia, in evidente difficoltà, occorrono riforme. Quella sulla telematica è una di queste. L’Associazione TSP è un luogo di costruzione, dove tutti hanno diritto di parola e dove il confronto è percepito come un momento di crescita. Le proposte sono sempre oggetto di dibattito e di mediazione, in un luogo ove è la forza della logica a persuadere i singoli a elaborare un modello universale e non l’arroganza del singolo che vuole costringere il resto del mondo a diventare una sua imitazione”.